Gli autori delle opere
Qui di seguito la biografia degli autori delle opere:
Autodidatta per eccellenza, Dario Berlier si avvicina al mondo della scultura in giovanissima età, esponendo fin dal 1977 alla Fiera di Sant'Orso. Significative per la sua formazione sono le figure del professor Rolando Robino, del ceramista Michelino Fazari e dello scultore Mario Stuffer. Nel 1989 abbandona l'attività di elettrotecnico per diventare scultore professionista, ottenendo prestigiosi riconoscimenti in ambito locale, nazionale e internazionale. Dal 2000 è impegnato in qualità di istruttore nei corsi di formazione organizzati dall’Amministrazione regionale della Valle d’Aosta.
Bibliografia essenziale
Dario Berlier. Poetiche espressioni, catalogo della mostra (Aosta, 13 settembre 2010 -
13 febbraio 2011), testo critico di M. Curtaz, Aosta 2010.
Opere in catalogo
Allievo di Marcello Boglione e di Felice Vellan, Silvio Brunetto si inserisce nella tradizione della pittura paesaggio piemontese fedele alla lezione del verismo post-ottocentesco, vivificata dalle esperienze del divisionismo del primo Novecento. Angoli del tessuto urbano di Torino e scorci di paesi di montagna sono i soggetti più tipici dell'artista, che predilige le cromie tenui e i giochi di bianchi dei paesaggi innevati, attraverso i quali può esprimere al meglio la sua indole poetica e intimista. Le sue opere, presenti con assiduità alle rassegne della Promotrice delle Belle Arti, del Circolo degli Artisti e di varie gallerie private di Torino, sono state ospitate nel 2013 nella sala espositiva della Finaosta in una personale patrocinata dal Consiglio Valle.
Bibliografia essenziale
Silvio Brunetto. La Vallée, luci e colori, catalogo della mostra (Aosta, 27 dicembre 2012 -
3 febbraio 2013), a cura di Arte Futura, testi di A. Mistrangelo, Saint-Christophe 2012.
Dopo essere andato in pensione, nel 1985, Marino Brunier ha potuto dedicarsi interamente all'intaglio del legno, attività che aveva fino ad allora coltivato per hobby. Fino al 2011
ha partecipato regolarmente alle rassegne di artigianato tradizionale della Valle d'Aosta, ottenendo numerosi riconoscimenti per la fantasia dei decori e la finezza virtuosistica
dei suoi lavori.
Opere in catalogo
Nato a Tiggiano, un piccolo paese del Salento, Salvatore Cazzato vive e cresce a Gressan, dove matura la sua curiosità per il disegno e la scultura. Nel 1977 inizia a lavorare in un laboratorio di falegnameria e l’anno seguente partecipa alla sua prima Fiera di Sant’Orso. Questa esperienza lo segna profondamente dal punto di vista professionale portandolo a realizzare oggetti in legno e, nel tempo, a confrontarsi con altri materiali come il bronzo, l'argilla, il ferro, l'acciaio e la pietra. Oggi esprime la sua creatività, guidata da una passione istintiva
più che da una ricerca programmatica, anche come pittore, designer, grafico e fotografo.
Bibliografia essenziale
Salvatore Cazzato. Fare creativo: una profonda passione, catalogo della mostra (Forte di Bard, 11 agosto - 14 ottobre 2007), testo critico di N. Donatoni, Saint-Christophe 2007.
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Opere in catalogo
Attratto in giovane età dalla pittura, Franco Grobberio intuisce che il mondo delle immagini è
il suo “giardino segreto”, un’esistenza poetica alternativa ma parallela alla quotidianità. Inizia
a dipingere da autodidatta, sentendo istintivamente affinità con il maestro surrealista Magritte, con Balthus e con il metafisico De Chirico. La figurazione realistica delle prime opere, dove le tematiche ricorrenti sono periferie di città, lavoratori e saltimbanchi, si stempera in seguito in un'atmosfera più rarefatta per dare vita a brevi racconti a mezza strada tra il sogno e la realtà, all'insegna della leggerezza. Predilige la tecnica a olio, che alterna all’acquerello e all’incisione all’acquaforte. Conta al suo attivo numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero; dal 2000 espone alla Fiera di Sant’Orso i suoi giocattoli in legno dipinto ispirati a quelli tradizionali.
Bibliografia essenziale
Franco Grobberio, Aosta 2005; Franco Grobberio. Lo sguardo del sogno, catalogo della mostra (Aosta, 14 marzo - 21 settembre 2008), testo critico di D. Jorioz, Saint-Christophe 2008.
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Opere in catalogo
La creatività artistica di Gabriele Maquignaz, coltivata fin dall'infanzia sulle orme del padre Aimé, pittore, si esprime in una produzione versatile che esplora con fantasia originale la pittura, il collage multimaterico e tutte le tecniche di lavorazione del metallo. La menzione d’onore ottenuta al Premio Internazionale Italia Arte 2009 con la fusione in bronzo Le Combat (di cui la collezione della Banca possiede una versione) sancisce l'affermazione dell'artista nel panorama dei nuovi talenti dell'arte contemporanea, aprendogli le porte di vari appuntamenti espositivi in Italia e all'estero. «Eclettico forgiatore di universi mitologici e mitici, sacrali
e terreni», come è stato definito dal critico Guido Folco, Maquignaz vive e lavora
a Valtournenche; le sue opere esprimono messaggi legati alle tematiche dell’ambiente,
della natalità e della spiritualità.
Bibliografia essenziale
Code Maquignaz, catalogo della mostra (Parigi, 12 novembre 2003 - 13 febbraio 2004),
testo critico di M. Tazartes, Aosta 2014.
Opere in catalogo
Ultimo di tre fratelli tutti ebanisti come il padre Gilberto, Ladislao Mastella si trasferisce con la famiglia in Valle d’Aosta nel 1950. Dal 1959 al 1961 lavora presso il laboratorio dello scultore altoatesino Mario Stuffer, che sceglie come maestro; allo stesso tempo svolge un’intensa attività disegnativa che si affina partecipando ai corsi promossi dalla Scuola d’Arte Regionale tenuti dal prof. Rolando Robino. L'esordio espositivo risale al 1961, quando propone le sue sculture alla Fiera di Sant’Orso. È l’inizio di un cammino che lo vede, negli anni successivi, presente a quasi tutte le edizioni del millenario appuntamento dell’artigianato valdostano, integrate da un crescente susseguirsi di esposizioni in Italia e all’estero dove ottiene riconoscimenti lusinghieri.
Bibliografia essenziale
Ladislao Mastella. Arte e artigianato a Ussel, catalogo della mostra (Castello di Ussel,
23 giugno - 15 ottobre 2006), a cura di A. Mistrangelo, Aosta 2006.
Opere in catalogo
Il percorso artistico di Mus, celebrato come il principale pittore valdostano, affonda le sue
radici nel solco del Verismo tardo-ottocentesco, verso cui l'aveva orientato la formazione all'Accademia Albertina di Torino, e prosegue attingendo alle principali correnti della pittura italiana e francese fra Otto e '900. Nel vivace clima culturale di Saint-Vincent, allora frequentato centro termale, trova i contatti per le prime affermazioni. Il riconoscimento ufficiale giungerà alla fine degli anni '30, quando lo storico dell'arte milanese Guido Marangoni consacra Mus «pittore di grande talento» sulle pagine del periodico culturale “Perseo”. Presente da allora con assiduità nelle principali rassegne nazionali di pittura e in varie personali presso gallerie private, ottiene innumerevoli premi, fra i quali il prestigioso Premio Nazionale Consiglio
dei Ministri nel 1959. Le opere di Mus hanno consolidato l'immagine di una Valle d'Aosta strettamente legata all'aspro territorio alpino, al mondo rurale e alla religione dei padri,
in cui si identificano ancora oggi i valori più profondi della tradizione locale.
Bibliografia essenziale
Italo Mus: De nouveau sous le soleil, catalogo della mostra (Aosta, 19 dicembre 1997 -
31 marzo 1998), a cura di Janus e A. Ugliano, Aosta 1987; Mus. Mostra del centenario della nascita, catalogo della mostra (Torino, 3 luglio - 3 agosto 1992), a cura di G. Bruno e
L. Proverbio, Quart 1992; Italo Mus (1892-1967) nelle collezioni della Regione Autonoma Valle d'Aosta, mostra (Châtillon, 28 ottobre 2012 - 20 ottobre 2013), a cura di S. Barberi, Aosta 2012.
Opere in catalogo
Dal Brasile, dove il padre si era trasferito in cerca di fortuna, fa ritorno in tenera età con la famiglia ad Aosta. Si forma sotto la guida di Cesare Maggi all'Accademia Albertina di Torino, dove insegnerà dopo la guerra come assistente di Anatomia. Fin dagli esordi nelle prestigiose rassegne promosse dalla Sitav (al secondo “Gran Premio Saint-Vincent”, nel 1949, si aggiudica il “Premio acquisto” della società Châtillon) prende le distanze dagli schemi realisti per spingersi in una direzione più libera e affabulatoria, ma profondamente legata alla storia, alla cultura e alla realtà della sua terra. Attratto dal rigore del lavoro artigianale, inizia a modellare la ceramica e sperimenta varie tecniche pittoriche, per approdare alla fine degli anni '50
a quella che gli sarà più propria, la pittura su seta, attraverso la quale si afferma come il principale pittore figurativo della seconda metà del Novecento in Valle d'Aosta.
La Regione gli ha dedicato importanti antologiche (1979, 1994, 2004).
Bibliografia essenziale
Francesco Nex. Antologica-Anthologie, catalogo della mostra (Aosta, 2 luglio - 4 settembre 1994), a cura di P. Levi, Torino 1994; Francesco Nex: ricordi, sogni, riflessioni, catalogo della mostra (Aosta, 4 dicembre 2004 - 1° maggio 2005) a cura di G. Lo Presti, Saint-Christophe 2004.
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Opere in catalogo
Originario di Epinel, il villaggio di Cogne dove vive e lavora, Dorino Ouvrier si accosta negli anni Settanta all'artigianato di tradizione, abbandonando presto gli oggetti legati alla cultura materiale per approdare alla scultura, di cui oggi è interprete affermato. Dal mondo che l'ha visto nascere trae infinita ispirazione per i suoi legni, che traducono con incisiva immediatezza
il lavoro dei campi, i mestieri artigianali, gli affetti famigliari, il folclore e la religiosità popolare della sua gente, facendosi paradigma universale della vita montanara. Ospite fisso pluripremiato alla Fiera di Sant'Orso e alle principali rassegne espositive valdostane,
ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti anche in ambito nazionale e internazionale.
Bibliografia essenziale
Dorino Ouvrier, presentazione di A. Mistrangelo, Ivrea 1999; Dorino Ouvrier. Passioni
nel legno, catalogo della mostra (Ginevra, 28 novembre 2005 - 11 maggio 2006; Forte di Bard,
27 maggio - 30 luglio 2006), Aosta 2006.
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Opere in catalogo
Bobo (Roberto) Pernettaz produce opere assemblando vecchi legni di scarto, che grazie alla sua creatività trovano una terza vita, dopo essere stati alberi e poi oggetti. Quella di «sarto di legni esausti», come ama definire di se stesso, è una nuova vita anche per lui, già «commesso di libreria» per trent'anni. Realizzate sulla base di un rigoroso disegno progettuale, le sue composizioni rivisitano l'antica tecnica della tarsia (definita da un illustre studioso «il cubismo del Rinascimento») alla luce di una sensibilità profondamente legata alla cultura valdostana, rinnovando così in modo originale la fedeltà al legno dell'artigianato di tradizione trasmessagli dallo zio falegname. Non disdegna però di accostare al legno anche altri materiali, in particolare il ferro, componendo opere di grandi dimensioni da collocare all'aperto che traggono parte del loro fascino anche dai mutamenti prodotti dai fattori atmosferici.
Bibliografia essenziale
Bobo Pernettaz il sarto di legni esausti, catalogo della mostra (Forte di Bard, 29 luglio-9 settembre 2012), testo critico di E. Martinet, Saint-Christophe 2012.
Opere in catalogo
Luciano Regazzoni si avvicina alla scultura su legno seguendo i corsi d’intaglio organizzati dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta. Dal 1992 partecipa regolarmente alla Fiera di Sant’Orso ed è protagonista di numerose esposizioni, locali e nazionali, nell’ambito delle quali ottiene premi e segnalazioni. Nel 2001 apre, nei pressi del castello di Fénis, il laboratorio artigianale “Le petit atelier”, dove attualmente lavora. Abbandonata la scultura a tuttotondo degli esordi, attraverso la quale realizzava prevalentemente personaggi fantastici inseriti in un contesto tradizionale, affida oggi al bassorilievo la creazione di fiabe fantasiosamente ispirate al Medioevo castellano di Fénis e la raffigurazione di scene di vita rurale moderna.
Bibliografia essenziale
Luciano Regazzoni. Sculture - Sculptures, catalogo della mostra (Aosta, 13 novembre 2009 - 28 febbraio 2010), a cura di A. Mistrangelo, Quart 2009.
Opere in catalogo
Giulio Schiavon ha insegnato scultura per alcuni anni presso l’Istituto d’Arte di Aosta. Dal 1992 al 1995 ha realizzato il premio Aristofane per il Festival della satira teatrale e televisiva di Saint-Vincent. Nel 1999 ha realizzato il premio per la prima edizione dei Fumetti di frontiera e nel 2001 ha creato la scenografia del Festival della piccola e media industria del libro Passages Librincittà di Aosta. L'artista, memore delle Avanguardie storiche del Novecento, esprime il bisogno di «riscattare la nostra disastrosa condizione quotidiana», sfuggendo ai meccanismi perversi di un mondo che, nell’Occidente, vive ormai solo di consumismo e di rapporti umani inesistenti. Che siano sculture, fatte di legni vecchi, materiali di scarto e terracotta, o pitture,
le opere di Schiavon sbeffeggiano irridenti la natura dell'esistenza che nel XX secolo è diventata solo teatro, moto perpetuo di un circo immaginario.
Bibliografia essenziale
Giulio Schiavon. Le temps de l'art, catalogo della mostra (Parigi, 25 ottobre 2005 - 22 marzo 2006), Quart 2006; Giulio Schiavon. Il rumore del mondo, catalogo della mostra (Forte di Bard, 24 agosto - 9 ottobre 2011), Quart 2011.
Opere in catalogo
Formata artisticamente a Milano, allieva dei pittori A. Funi e A. Carpi e degli scultori G. Manzù e F. Messina, Anna Arborio Mella è nota con il cognome del marito, il conte Edgardo Sogno, che ha seguito nella sua attività diplomatica in diversi paesi prima di trasferirsi definitivamente a Torino, nel 1971. Dalle periferie e gli skyline americani ai mercati birmani, ai paesaggi collinari del Piemonte, agli scorci torinesi, ha ritratto i molteplici luoghi in cui ha soggiornato. La sua pittura, condotta fin quando le fu possibile en plein air, è sempre fedele alla realtà, di cui mira a cogliere l'essenza e non l'evidenza fotografica. Anche le opere più tarde, come il ciclo dedicato al drammatico attacco alle torri gemelle del 2001, attestano un impegno sociale e un'urgenza di esprimere i sentimenti che caratterizzano la lunga attività dell'artista, alla quale la Società promotrice delle Belle Arti di Torino ha dedicato nel 2007 una bella retrospettiva.
Bibliografia essenziale
I riflessi della vita e del tempo nel pennello di Anna Sogno, catalogo della mostra (Castello
di Saint-Pierre, 28 luglio - 12 settembre 2001), Aosta 2001; Anna Sogno. Opere dal 1950
al 2004, catalogo della mostra (Torino, 14 giugno - 8 luglio 2007), a cura di A. Mistrangelo, Torino 2007.
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Opere in catalogo
Giovanni Thoux è oggi uno dei più originali interpreti della scultura valdostana di tradizione, riconoscimento che gli è valsa la nomina, nel 2009, a “Chevalier de l’Autonomie”. Dopo le ricerche sull'arte applicata popolare, da una ventina d'anni sviluppa un progetto d'indagine sugli usi e costumi della sua terra, articolato in grandi cicli tematici. I soggetti finora esplorati, attraverso serie di pannelli intagliati a bassorilievo e altorilievo, sono i santi (1987), le carte
da gioco (1991), le leggende e l'immaginario fantastico (1994), i costumi (1995), la religiosità popolare (1999), il Carnevale (2004) e i giochi tradizionali della Valle d'Aosta (2011).
La personalissima cifra stilistica, sensibile alle suggestioni derivate dal lungo soggiorno in Giappone, è marcata anche dalla policromia, stesa secondo un procedimento messo a punto dallo stesso scultore, che alterna campiture di colore di effetto trasparente ad altre coprenti.
Bibliografia essenziale
Giovanni Thoux scultore del legno, Aosta/Pavone Canavese 1992; Giovanni Thoux. Joà de noutra tera – Jeux traditionnels en Vallée d'Aoste, catalogo della mostra (Aosta, 30 marzo-
26 luglio 2011), Quart 2011.
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(Giovanni Thoux, legno e radici, docufilm di J. Péaquin, 2008)
Opere in catalogo
Allieva a Torino di Riccardo Chicco e Giacomo Soffiantino, che la indirizzano verso un linguaggio pittorico fedele alla figurazione, Barbara Tutino completa la sua formazione attraverso il disegno archeologico e numerosi viaggi in Africa e Medio Oriente. Vive e lavora a Cogne, cui la lega la forte tradizione della famiglia materna. La prima personale nel 1982, ad Aosta, dà avvio a una costante attività espositiva in Italia e all'estero, articolata in cicli pittorici monotematici e in progetti pluridisciplinari in parallelo con poeti, musicisti, attori e giornalisti.
Il suo lavoro si caratterizza per l'uso di materiali di supporto “poveri”, come legno riciclato, juta, carta vetrata, cartone ondulato: la superficie grezza e difficile da trattare restituisce la dimensione interiore di una rappresentazione che coglie l'essenzialità del gesto e dell'espressione individuale, spogliando l'opera pittorica di ogni aura sacrale.
Bibliografia essenziale
Caduta di un impero. Marina Torchio e Barbara Tutino, catalogo della mostra (Aosta, 12 novembre 2003 - 13 febbraio 2004), a cura di E. Crispolti, Aosta 2004; Walter Bonatti.
Una biografia pittorica, catalogo della mostra (Courmayeur, 5-31 agosto 2009 – Pettinengo, 28 settembre - 31 ottobre 2010), a cura di D. Bérard, Siena 2009.
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Opere in catalogo
Terminati gli studi universitari a Firenze, frequenta per due anni il laboratorio del ceramista Renzo Igne a Castellamonte ed entra in contatto con l'ambiente culturale torinese,
individuando nella lavorazione delle terre la tecnica più consona per esprimere la sua vocazione artistica. Tornata ad Aosta, inizia a lavorare nel suo studio; dal 1985 espone in Italia e all'estero. Predilige il grès e terre dall’impatto materico scabro, che modella in forme dai volumi robusti e una superficie mai accuratamente rifinita, coerente con una ricerca orientata fin dall'inizio verso l'essenzialità del linguaggio plastico. Dopo un lungo periodo legato alla raffigurazione, dedicato alla rivisitazione dell'iconografia dei santi e del mito classico, l'artista è tornata alle presenze emblematiche degli esordi, indagando attraverso forme vegetali primordiali il punto di incontro tra la materia e lo spirito e il nucleo più segreto della femminilità.
Bibliografia essenziale
Marina Torchio, Barbara Tutino. Caduta di un impero, catalogo della mostra (Aosta, 12 novembre 2004 - 13 febbraio 2005), a cura di E. Crispolti, Aosta 2004; Marina Torchio.
I Dodici, catalogo della mostra (Aosta, 13 aprile - 6 ottobre 2013), testi critici di S. Barberi e P. Papone, Quart 2013.
Opere in catalogo
Fin da quando era bambino Enzo Viérin si divertiva a intagliare il legno con il suo opinel, quando era al pascolo nell'alpeggio gestito dal padre. Una passione che non si sarebbe mai spenta, neanche dopo la laurea in Scienze forestali e l'assunzione all'Assessorato all'Agricoltura; così nel 2003 decide di seguire un corso di scultura tenuto a Pollein dal fratello Siro, uno dei protagonisti dell'artigianato di tradizione valdostano. Due anni dopo partecipa per la prima volta alla Fiera di Sant'Orso esponendo assieme ai suoi compagni di corso e nel 2007 debutta da solo: da allora lo possiamo trovare ogni anno al suo banco in via Croce di Città, all'altezza della chiesa valdese. Appuntamento fisso anche la Mostra concorso dell'artigianato valdostano di tradizione, dove ha ottenuto il primo premio nelle edizioni 2006, 2008 e 2009, il secondo nel 2010 e il terzo nel 2014 e 2017.
Opere in catalogo
Sin dall’infanzia Siro Viérin manifesta l’interesse e la passione per la scultura, alimentati dall’osservazione delle opere esposte nelle varie fiere artigiane che si svolgono in Valle d’Aosta. Autodidatta, inizia a scolpire partendo dalla riproduzione di figure semplici, appartenenti alla realtà del mondo contadino. La decisione di dedicarsi a tempo pieno all’attività artistica matura dopo un breve corso di scultura presso la scuola di Agricoltura
di Aosta e in seguito a tre anni di studio a fianco di Rolando Robino, che lo avvia all’arte del colore e della prospettiva. Professionista da oltre 20 anni, dal 1976 partecipa alle principali rassegne di artigianato in Valle, ottenendo premi e segnalazioni. Vive e lavora a Saint-Oyen, nella valle del Gran San Bernardo; le sue opere si possono ammirare anche nel museo a cielo aperto allestito lungo il percorso che porta al Rifugio Mont Fallère, aperto nel 2012.
Bibliografia essenziale
Siro Viérin, catalogo della mostra (Aosta, 16 dicembre 1994 - 22 gennaio 1995), testo critico di M. Rosci, Aosta 1994; Siro Viérin. Histoire de Reines, catalogo della mostra (Aosta, 20 ottobre 2007 - 20 febbraio 2008), testo critico di A. Mistrangelo, Aosta 2007.
PAOLO VENTUROTTI
Aosta, 1977
Si laurea nel 2003 in Architettura, nello stesso anno supera l’esame di stato e si iscrive all’ordine professionale. Dal 2004 partecipa a corsi di formazione e di specializzazione e si abilita come coordinatore della sicurezza e come tecnico certificatore energetico. Dal 2005 è socio fondatore dello studio Associato ArchitetturaTre, con cui collabora fino al 2018. Oggi esercita la professione singolarmente. Tra le principali opere realizzate, il risanamento conservativo dell’ex Villa Beati a Champoluc e la rifunzionalizzazione in scuola materna, la riconversione dell'ex palazzetto del ghiaccio di Champoluc in Centro termale e ricreativo, la ristrutturazione della sede degli uffici del BIM e la realizzazione della nuova sala conferenze in Piazza Narbonne ad Aosta.
LUCA FRUTAZ (CHENEVIER S.P.A.)
Aosta, 1974
Laureato nel 1999 in Ingegneria, nello stesso anno supera l’esame di stato e si iscrive all’ordine professionale. Dal 1999 lavora presso la ditta Chenevier S.p.a e dal 2017 ne è presidente del consiglio di amministrazione. L’azienda, attiva da più di quarant'anni nel settore del legno e oggi all'avanguardia nelle tecnologie di lavorazione, è specializzata nella costruzione di case in legno, nella bioedilizia e nella fornitura e posa in opera di strutture pre-tagliate.
Opere in catalogo
Quella di Matteo Crestani per la scultura è una passione atavica, un’attrazione nata con la frequentazione fin da piccolo dell’Atelier del padre, anche lui noto amato scultore valdostano.
Nato ad Aosta nel 1976 e diplomatosi nel 1994 all’Istituto d’Arte di Aosta, nella sezione scultura, Matteo ha trasformato con il tempo e con lo studio quella passione in mestiere, approfondendo e facendo sua questa materia grazie agli anni passati alla scuola di specializzazione per aspiranti scultori in Val Gardena. Ha fatto proprie così le tecniche di lavorazione del legno e delle arti plastiche, oltre che attraverso l’immersione costante negli ambienti della scultura valdostana, a stretto contatto con i maestri artigiani che sono la cifra della scultura alpina. È Maestro Artigiano e svolge la sua attività professionale a Valgrisenche dove, dal 2010 al 2018, insegna scultura all’interno del progetto “Bottega Scuola”. Il suo grande bagaglio culturale si ampia sempre di più e si arricchisce con la sperimentazione di nuovi linguaggi e temi, passando dai soggetti alpini, legati alla tradizione pastorale, a nuovi soggetti e materiali che hanno dato vita ad un abbraccio materico nuovo e ricco di visioni, frutto della sua sensibilità e approccio con il mondo. Con questa fusione di tecniche scultoree differenti si è imposto come uno degli scultori più apprezzati in Valle d’Aosta.
Dall’età di diciotto anni partecipa alla Fiera di Sant’Orso, esordendo con il premio “Amedé Berthod” come più giovane e promettente scultore. La sua attività spazia su più fronti, numerosi sono infatti anche gli interventi di restauro e di rifacimento di sculture sacre ai quali si è dedicato e non mancano approcci alla liuteria, essendo anche un bravo musicista. Sempre presente agli appuntamenti più importanti legati alla dimensione scultorea valdostana, come appunto la Foire de St.Ours, l’Atelier des Métiers”, ma anche a tanti altri appuntamenti fuori valle, Matteo Crestani incanta e ipnotizza con le sue opere che testimoniano ogni volta il lungo percorso di formazione e la grande creatività che gli appartengono.
Opere in catalogo